lunedì 19 dicembre 2022

ABBINAMENTI VINO-CIBO: IL LANGHE NEBBIOLO DOC 2020 DI MARRONE

 




Milano, 13 Dicembre 2022- Borghi d’Europa durante uno stage d’informazione sul Percorso Internazionale Eurovinum, i Paesaggi della Vite e del Vino, ha provato a tavola il Langhe Nebbiolo Doc 2020 dell’Agricola Marrone di La Morra, realtà langarola di spessore, gestita ora dalle tre sorelle Marrone.

Questa è un’espressione di Nebbiolo ancora giovane, con un grosso potenziale d’invecchiamento, che presenta un colore rosso rubino e un naso abbastanza intenso e variegato, che va dai piccoli frutti rossi a un gradevole sentore floreale (rosa e viola) e una balsamicità piuttosto percettibile, con note di liquirizia e menta, grazie all’affinamento in botti di rovere.

Al palato colpisce la calda sensazione pseudo calorica del Langhe Nebbiolo assieme alla struttura e alla sapidità: un vino equilibrato, che può invecchiare tranquillamente.

Borghi d’Europa lo ha provato con un arrosto di vitello al forno e le patate, trovandolo appropriato, ma in generale il Langhe Nebbiolo Doc 2020 di Marrone si sposa bene con vari piatti di terra e con formaggi stagionati.

Così va bene!

lunedì 5 dicembre 2022

EUROVINUM: L’UNDICESIMA EDIZIONE DEL MERCATO DEI VINI FIVI A PIACENZA

 




Milano, 2 Dicembre 2022- Borghi d’Europa non poteva mancare al Mercato dei Vini Fivi a Piacenza Expo, rassegna giunta quest’anno all’undicesima edizione.

Un momento imperdibile per wine lovers e operatori del settore (circa 24000 visite in 3 giorni di manifestazione!), pronti ad assaggiare etichette di tutto il Belpaese, a confrontarsi coi produttori e ad acquistare i vini a proprio piacimento.

Questa undicesima edizione del Mercato dei Vini Fivi ha visto presenti sul campo ben 870 Cantine (+ 30% in più del 2021!), distribuite saggiamente per la prima volta su tutti e tre i padiglioni di Piacenza Expo: numeri record che testimoniano il grande lavoro svolto dai Vignaioli Indipendenti e una cultura del vino sana e giusta.

Anche la convivialità resta un fattore determinante per Fivi: saper interfacciarsi ed ascoltare i racconti dei produttori di territori più e meno noti aiuta poi a comprendere quello che c’è nei calici.

Borghi d’Europa a Piacenza ha assaggiato diverse tipologie di Vini del Veneto, Lombardia, Piemonte, Toscana e delle Marche con l’obiettivo di comunicarle anche successivamente all’interno del Percorso Internazionale Eurovinum, Paesaggi della Vite e del Vino.

 

Il  giro di degustazioni mirate è iniziato in Veneto, nelle colline trevigiane coi Glera Col Fondo Agricolo di Ceotto Vini di Colfosco di Susegana,  di Moro Sergio di Farra di Soligo e di Terre Boscaratto di Susegana: frizzanti di tradizione, dall’ampia beva generosa, grazie alla rifermentazione in bottiglia.

Restando nell’uva Glera, interessanti anche i Prosecchi Frizzante Doc e Frizzante “Profumato” (con tappo spago e tappo a corona) di Col Miotin di Pieve di Soligo.

Tra i Metodo Classico invece, molto apprezzati il Pinot Nero Pas Dosè Docg dell’Oltrepò Pavese “Casto” di Bosco Longhino di Santa Maria della Versa, poi due Franciacorta Docg di Castelveder di Monticelli Brusati (Bs), l’Extrabrut e il Pas Dosè ambedue 100% Chardonnay), davvero molto fini.

In Piemonte è stato trovato molto sapido ed equilibrato l’Altalanga Brut Millesimato Docg di Deltetto, azienda certificata biologica dal 2017 di Canale, nel cuore del Roero (Cn).

Passando ai bianchi fermi, molto graditi il Pinot Grigio Igt delle Venezie di Bellese di Ormelle (Tv), vino bello rotondo e piacevole e il Lugana Doc di Corte Anna di Sirmione sul Lago di Garda, minerale, fruttato e piacevole.

Scendendo in Centro Italia, Borghi d’Europa ha approfondito i territori di Jesi e di Offida: intensi, strutturati e dalla grande capacità evolutiva i due Verdicchio Castelli di Jesi Superiore Doc “Prologo” e Giostra” di Colle Onorato, mentre dell’Azienda Vitivinicola Biologica La Valle del Sole sono stati trovati molto minerali, agrumati e sapidi l’Offida Pecorino Docg e l’Offida Passerina Docg.

Capitolo rossi: il primo ad essere degustato è stato il Rosso Piceno Doc “Il Cortese” ( 40% Montepulciano, 40% Sangiovese, 10% Lacrima di Morro d’Alba e 10% Merlot), affinato in solo acciaio e di buona struttura e sapidità, poi in Toscana, nella zona di Montalcino sono stati provati il Rosso di Montalcino Doc 2019 di San Guglielmo, vino di grande equilibrio e buona beva e, della stessa giovane azienda vinicola guidata da Ilaria Martini il Brunello di Montalcino Docg 2016, dotato di grande carattere e longevità.

Infine, nell’Alto Piemonte particolarmente apprezzati i rossi dell’Albugnano Doc dell’Azienda Agricola Alle Tre Colline: l’Albugnano Doc Superiore 549 Va’Anait, da uva Nebbiolo in purezza, intenso, speziato e potente, l’Albarossa Doc (incrocio tra Barbera e Nebbiolo) che si è rivelato persistente e con un alto potenziale evolutivo e la Barbera d’Asti Docg Monsu, una bella scoperta, caldo, morbido e armonico.

Un giro completo in varie regioni dell’Italia del vino quello fatto da Borghi d’Europa al Mercato dei Vini Fivi 2022 e di grande qualità: così va bene!

 


mercoledì 21 settembre 2022

ECCELLENZE DA SCOPRIRE:BORGHI D’EUROPA ALL’EVENTO “LAKE TO WINE"

 

 






Il Piemonte è una regione particolarmente ricca di paesaggi mozzafiato, con un patrimonio storico culturale e una tradizione culinaria di livello, esaltata da grandi vini (basti pensare ai grandi Nebbioli prodotti).

Un valido esempio è rappresentato dall’Alto Piemonte, in particolare tra le province di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola, dove i paesaggi e le località sono stupendi, grazie alla presenza  del Lago Maggiore, del suggestivo Lago d’Orta, della riserva naturale del Lago di Mergozzo e lo scenario spettacolare delle Alpi delle Valli Ossolane, sino a quasi toccare il confine svizzero.

La Regione Piemonte crede molto nella vocazione turistica del territorio, che merita un’ approfondita valorizzazione attraverso la promozione delle grandi eccellenze di cui dispone:musica sublime per le orecchie dei giornalisti di Borghi d’Europa, che ha partecipato con piacere all’ottimo evento “Lake to Wine”, dedicato alle bellezze del Lago Maggiore a partire da Stresa e alle etichette vinicole Valli Ossolane Doc.

Un evento di due giornate, voluto e promosso dall’Atl “Distretto Turistico dei Laghi” (incaricata da Regione Piemonte), col critico e giornalista enogastronomico Dott. Edoardo Raspelli nelle vesti di accompagnatore d’eccezione, profondo conoscitore delle Valli Ossolane, zona vitivinicola di montagna che ha ricevuto la menzione Doc nel 2009.

I vigneti sono terrazzati sopra la piana del fiume Toce e sono perlopiù coltivati a Prunent, ecotipo di Nebbiolo molto caratteristico e poi da Merlot, Croatina e Barbera, mentre per i bianchi, un po’ di Chardonnay e altre varietà a bacca bianca non aromatiche. Le tipologie di vini previste dal disciplinare sono pertanto il Rosso, il Nebbiolo e il Nebbiolo Superiore ed infine i Bianchi.

Le cantine ossolane provate sono state quattro: Cantine Garrone di Domodossola, l’Azienda vitivinicola Edoardo Patrone sempre di Domodossola, la Cantina Di Tappia (con agriturismo) di Villadossola e la Cantina Cà da L’Era di Pieve Vergonte.

I Rossi risultano piacevoli e sapidi, con una marcata nota vinosa al naso e adatti a tutto pasto, mentre i “Valli Ossolane Nebbiolo Superiore” (tipologia di punta, che deve invecchiare per almeno 13 mesi di cui 6 in legno) sono molto piu complessi, strutturati e armonici ed esaltano salumi e formaggi tipici di montagna, oltreché primi e secondi piatti di carne.

I Bianchi, in maggioranza a uva Chardonnay sono pochi, freschi e beverini, ottimi con piatti di pesce di lago e verdure.

I vini di queste quattro aziende della Val d’Ossola sono stati provati in diversi contesti e location e ben spiegati dal Relatore e dai Sommelier di Ais Verbania in servizio durante tutto l’evento: dapprima a bordo dello storico Piroscafo Piemonte, con la cucina al 100% gluten free dello Chef Ferdinando Moia e del suo Ristorante Paleosette di Arona, poi al nuovo Ristorante Delfino nella splendida Isola Bella, coi piatti gourmet dell’Executive Chef Luca Vietti, ed infine in montagna presso la Baita Motta sul Lusentino, a cura di Domobianca365, dopo una visita ai vigneti delle Cantine Garrone ed Edoardo Patrone a Ronco di Masera (Vb).

La proposta dei vini ossolani verte di più sui rossi, che hanno spessore e carattere e ricordano proprio le montagne locali: la promozione e il lavoro di squadra fatto sia dai vignaioli che dall’azione del Distretto Turistico Valle dei Laghi è notevole, ma può essere migliorata ancora.

Una buona idea potrebbe essere quella di accrescere un po’ la produzione dei Bianchi, assieme a un’offerta più ampia che invogli turisti consapevoli e wine lovers, pronti a magnifiche esperienze sia tra le bellezze del Lago Maggiore che a visitare le Cantine delle Valli Ossolane e provare i loro vini.

Borghi d’Europa continuerà a raccontare i vini del territorio della Val d’Ossola nel proprio progetto d’informazione Eurovinum, i paesaggi della vite e del vino, cosi come di altre zone piemontesi ricche di eccellenze enogastronomiche.

Evviva!

 


martedì 5 luglio 2022

Eurovinum – I vini di Vinicio Bronzo nella rete di Borghi d'Europa

 

 





Assaggiamo il Bardolino Chiaretto doc della Cantina Vinicio Bronzo vicino a Brenzone sul Garda.

 

“Vino dal colore rosa cerasuolo,brillante. All'olfatto si presenta pulito con intensi sentori fruttati di ciliegia e piccoli frutti rossi, e delle note agrumate che ne esaltano la freschezza.Al palato si presenta fresco, scorrevole con una spiccata acidità e una nota minerale che conferiscono al vino una leggiadria ed un carattere salino tipico dei vini della zona.”

 

Per davvero, una buona presentazione !

 

“L'azienda ha sede nella zona collinare di Caprino Veronese precisamente in loc. Gaon.- ci racconta Patrizia Bronzo-. La storia dell'azienda inizia alla fine del 1800 quando Giuseppe Bronzo, soprannominato “ciacara” arriva nella zona di Caprino e decide di acquistare dei terreni. Su di essi vengono coltivati seminativi nelle zone più pianeggianti, e vigneti nelle zone piu collinari. Da questi vigneti si produce un ottimo vino che viene trasportato, con carro trainato da cavalli, fino al mercato di Milano.Successivamente i figli si divisero i terreni, Emilio decise di tenere i terreni piu collinari, precisamente in località “Selvole”, dove costituì la “fattoria del sole” nella quale oltre che essere allevati tacchini, cavalli e pecore, si coltivavano vigneti da cui ne derivava un ottimo vino, che divenne famoso come vino dei “Colli di Caprino”.

Successivamente all'incirca intorno al 1978 l'azienda viene passata a Vinicio, il quale decide di puntare alla produzione di solo vino. Vinicio continua a coltivare i vigneti del padre, ed inizia ad acquistarne altri nelle zone limitrofe per aumentare la produzione, la maggior parte situati località “Terre Rosse”.Ad oggi l'azienda conta all'incirca 16 ettari di vigneto, la maggior parte situati nelle zone collinari di Caprino ad una quota che va dai 350 ai 500 mslm. Da essi Vinicio assieme al figlio, l'enotecnico Davide, producono degli ottimi vini, cercando di creare un connubio tra innovazione tecnologica e tradizione, il tutto nel rispetto del territorio. “

 

Favoriti dalla posizione strategica alle pendici del Monte Baldo, dalla vicinanza del Lago di Garda, e da un clima temperato tutto l’anno, nei vigneti dell’azienda si coltivano vitigni locali come Corvina, Corvinone, Rondinella, Molinara, ma anche vitigni internazionali come ad esempio Pinot Grigio, Cabernet Saovignon e Chardonnay.

 

 

I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa sviluppano il Percorso Internazionale Eurovinum,il

Paesaggio della Vite e del Vino all'interno del progetto L'Europa delle scienze e della cultura (Patrocinio IAI-Iniziativa Adriatico Ionica,Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico ionica).

Sempre a caccia di nuovi stimoli e di nuove avventure enoiche, hanno così deciso di inserire i vini di Vinicio Bronzo nel viaggio del gusto, destinato ad informare chi informa.

L’itinerario intende scoprire i contenuti storici e culturali che si ‘nascondono’ dietro la

produzione del vino.

Le comunità verranno coinvolte con un 'format' che prevede la realizzazione di trasmissioni multimediali (sky,La9Italia,web) ; la realizzazione e pubblicazione di servizi informativi online ( Blog Azzurro,Network europeo di oltre 150 giornali e blog d’informazione), con interviste ai protagonisti della filiera agroalimentare e turistica del Vs. territorio; la realizzazione di rassegne stampa locali, regionali e nazionali ( con l’invito a partecipare a giornalisti e comunicatori della stampa locale,regionale e nazionale ); la realizzazione sul tema delle Azioni di materiali didattici da donare alle comunità scolastiche ( Viaggio dentro la Vita).

 

 

Così, mentre finiamo di degustare il chiaretto, la strada ci porta verso Torri del Benaco, dove ci attendono la cucina del ristorante Miralago, di Nicola (con annessa gelateria artigianale) e...., naturalmente i vini di Vinicio Bronzo.

venerdì 24 giugno 2022

Borghi d'Europa a Roma ad Abitudini e Follie : i salumi equini di Giovanni Coppiello nella pinsa romana

 

Borghi d'Europa ha organizzato la presentazione dei programmi 2023 del progetto L'Europa delle scienze e della cultura (Patrocinio IAI-Iniziativa Adriatico Jonica,Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico jonica), a Roma, presso il ristorante pinseria Abitudini e Follie.


In pieno quartiere universitario, zona Piazza Bologna/Policlinico, è nato Abitudini & Follie, un locale moderno, poliedrico ed accogliente, dove mangiare e bere bene in ogni momento della giornata.

Il ristorante si trova in zona Piazza Bologna/Policlinico, ed è un locale moderno, poliedrico ed accogliente, dove mangiare e bere bene in ogni momento della giornata.

“Siamo un tipico locale storico che io e Gianluca abbiamo aggiornato in chiave moderna, mantenendo però la cucina tipica romana – ci dice Francesca, una dei due titolari -, facendone un originale coffee bar, un locale piacevole per pause dessert con un accogliente open pace per un aperitivo o una degustazione di vini. Nel locale un piatto di cui non possiamo non parlare e la “cacio e pepe” rivisitata con gamberi rosa e lime,, ma è molto popolare anche la Pinsa con un impasto di 3 farine: soia frumentò e riso, ed una lievitazione di più di 48 ore, farcita anche qui con piatti tipici romani. Abbiamo poi una proposta di Street Food chiamata “Saccoccia romana.”


In questo contesto si tiene la conferenza stampa , che prevede, fra gli altri temi, anche la degustazione dei salumi equini di Giovanni Coppiello ( gli sfilacci e la bresaola) in uno dei piatti 'storici ' della Capitale : la pinsa romana.




L’azienda Coppiello Giovanni ha una lunga storia fatta di passione e ragione. Passione per il proprio lavoro. Passione per selezionare i tagli migliori di carne equina scegliendo personalmente quelli di prima scelta di puledro o di cavallo adulto.


“La nostra Bresaola- oserva Barbara Coppiello-, è prodotta con carne equina magra di prima scelta e lavorata con tutta l’attenzione e la sapienza di chi sa unire tradizione e nuove tecnologie di produzione. Tagli selezionati di cavallo che dopo la lavorazione sostano per circa un mese nelle efficienti stagionature dell’azienda. È così che viene assicurata una carne che merita il titolo di “eccellente” e solo dopo aver “dormito” per un mese le bresaole diventano un piacere per il palato.”


Gli sfilacci di carne di cavallo rappresentano “la punta di diamante” della produzione di Giovanni Coppiello. Con arte e passione ha saputo unire un’antica ricetta del proprio paese con la conoscenza delle nuove tecnologie di preparazione. Per far scoprire così un piatto unico dai pregi infiniti: ottimo antipasto, o intingolo per condire paste bucate, oppure un prelibato secondo.


https://www.coppiello.it/avete-mai-assaggiato-la-bresaola-equina



LA PINSA ROMANA

Un alimento moderno, dalle radici antiche

Si tratta di una preparazione diventata famosa da poco tempo, ma che vanta origini antichissime. Risale niente meno che alle “mense” degli antichi romani, di cui parla Virgilio, dicendo che Enea, appena arrivato nel Lazio, fu costretto dalla fame a cibarsi delle mense.

Queste erano dischi di pasta di pane non (o pochissimo) lievitato, che servivano, come piatto ai soldati al campo o anche, nel periodo imperiale, come vassoi per mangiare, distesi sul triclinio, particolarmente i cibi sugosi. Questi “piatti” venivano poi dati da mangiare agli schiavi.

Col passare del tempo, queste mense vennero usate anche come “street food” per mangiare quando si era fuori casa e divennero sempre più lievitate e quindi adatte ad essere degustate, assieme ai cibi che vi si poneva sopra.

Ancor oggi si riscontrano precise eredità gastronomiche a questi usi, non solo nella Pizza Napoletana e nella Pisa Romana, ma anche nelle Piadine Romagnole e le Tigelle in uso fra Modena e Bologna ed in tanti cibi tradizionali di quasi tutte le regioni d’Italia.

Le caratteristiche che distinguono la Pinsa Romana dalla Pizza Napoletana, sono innanzi tutto le dimensioni più ridotte e la forma ad elisse della prima, che predilige l’uso di nuove farine e cereali, come il kamut, ma anche orzo, farro e miglio soia e riso, e l'aggiunta di erbe aromatiche selvatiche.

La Pinsa prevede un apporto maggiore di acqua, e una percentuale più bassa di lievito, risultando così più digeribile e meno calorica, grazie anche alle lunghe lievitazioni (minimo 24 ore), all’alta idratazione dell'impasto (80% di acqua), al mix di farine, alla presenza di lievito madre, all'assenza di grasso animale ed all'impiego di una quantità limitata di olio. La morbidezza dell'interno della pinsa è frutto soprattutto della farina di riso, a cui spetta il compito di "fissare" l'acqua versata nell'impasto durante la cottura.

Un cibo dunque dalle caratteristiche assai interessanti, che merita di essere degustato, assieme agli alimenti che la nostra fantasia ci suggerirà di porci sopra. 




Gianluigi Pagano

giovedì 12 maggio 2022

Eurovinum - Da Fondevina a Solighetto, per i percorsi di Borghi d'Europa

 La rete internazionale Borghi d'Europa promuove il Percorso Internazionale Eurovinum,Il Paesaggio della Vite e del Vino, all'interno del progetto L'Europa delle scienze e della cultura

patrocinato dalla IAI (Iniziativa Adriatico Jonica, Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella Regione Adriatico Jonica).


I giornalisti e i comunicatori della rete si sono così ricordati di un'azienda di Solighetto, che,

proprio in questi tempi, ha conosciuto una importante rinascita, mettendo insieme la storia enoica della famiglia Lorenzon alla visione d'impresa di una holding nel settore dei terreni ( Zanettin) e la vivacità di una produttrice di miele di Valdobbiadene, l'avvocato Francesca De Stefani.

Ecco come nasce il racconto di Fondevina ( con il riferimento ad un toponimo del territorio).


La visita di Bruno Sganga, giornalista ed enogastronomo, già coordinatore delle iniziative editoriali di Luigi Veronelli e animatore della rete dei Borghi De.Co., è arrivata a suggellare un impegno preciso, che parla il linguaggio delle genuinità, di vini che nascono in vigna, di attenzione all'ambiente e alla sua sostenibilità.

                                                    Bruno Sganga


“Siamo viticoltori sin dal 1890, e questo ci colloca fra le tradizioni più antiche della zona. Testimonianze attestano la presenza della famiglia Lorenzon nella borgata del Valotai di Refrontolo sin dalla seconda metà del XIX secolo. I vigneti coltivati sono ancora gli stessi, e alcuni ceppi sono vecchi più di un secolo, testimoni silenziosi di una storia di cui andiamo fieri.”


La degustazione dell'extra dry e del brut di casa, non ha lasciato dubbi.

“ Occorre imboccare una strada fatta di non banale pubblicità, ma di incontro con il mondo dell'informazione, proponendo contenuti culturali e storici, capaci di suggerire il percorso virtuoso

che Fondevita intende realizzare – osserva Renzo Lupatin,Presidente di Borghi d'Europa.”



Così anche la nuova linea grafica dell'azienda verrà opportunamente valorizzata .


Le iniziative di informazione che Borghi d'Europa propone in questi mesi primaverili sembrano

'pensate' per questo obiettivi : Qualità Vo Cercando,Gente & Borghi di qua e di là del Piave, chiuderà il proprio itinerario a Fondevina.


Per il quinto anno consecutivo la rete di informazione Borghi d'Europa propone infatti nel mese di maggio un viaggio nelle Terre della Piave, nel quadro del progetto L'Europa delle scienze e della cultura.

Qualità Vo' Cercando, Gente & Borghi lungo le rive della Piave è il titolo del viaggio, che comprende visite a luoghi del desiderio,con interviste,incontri di informazione, degustazioni, seguite dalla redazione multimediale di Borghi d'Europa

Giornalisti,Comunicatori,Uomini di cultura, Imprenditori della filiera agroalimentare,rappresentanti

di associazioni e istituzioni locali si incontrano fuori dagli schemi ufficiali, attorno a tavoli in campagna, lungo le rive del fiume sacro alla Patria.


Insomma, un incontro a Fondevina, un incontro a filò.




“I filò, sono una veglia che i contadini, durante le lunghe serate invernali, facevano nelle stalle per ripararsi dal freddo ed erano fatti di tanta cultura popolare. A tener loro compagnia c’erano i contafole, personaggi mitici, quasi tutti analfabeti, che con i loro racconti, ricchi di riferimenti con la realtà circostante, mantenevano viva la forza espressiva del dialetto e ne tramandavano la tradizione orale. A volte le persone radunate nella stalla partecipavano al racconto, interpretando i ruoli dei vari personaggi e imitandone anche la voce in un’atmosfera quasi teatrale. Durante la recitazione le donne ricamavano o lavoravano a calza, mentre gli uomini accudivano agli attrezzi del lavoro quotidiano. Ma il filò era anche il luogo della “ciacola” e dei giochi («se godevino co gnente...»), il luogo in cui si raccontavano i proverbi, gli indovinelli, le filastrocche (famose le ninnananne), il luogo in cui si cantavano i canti rituali legati alle stagioni ed agli eventi importanti della vita dell’uomo (ad esempio il corteggiamento, le nozze, ecc.). Al filò si davano appuntamento i fidanzati e nascevano amori.”


Così va bene !!

martedì 10 maggio 2022

La Via dei Norcini – Un viaggio del gusto nelle Marche, accompagnati dal Salumificio Spader

 




Nel viaggio del gusto de La Via dei Norcini, eccoci giunti nelle Marche. “ E' impossibile dimenticare – ci racconta Emanuele Spader-, che le Marche sono la terra del Prosciutto di Carpegna e del Prosciutto di Fabriano. Mentre il Prosciutto di Carpegna DOP è lavorato a mano e affonda le sue radici nel Parco Naturale del Sasso Simone e Simoncello, tra le verdi colline del Montefeltro, il Salame di Fabriano può essere prodotto solo con una lavorazione a mano, escludendo quindi la produzione industriale: si fa solo con carni scelte di prosciutto e con il fiocco di spalla, tagli magri arricchiti con inserti di lardello, ovvero piccoli quadratini di lardo preso sotto la cotenna (nella zona dorsale del maiale). Un’altra caratteristica fondamentale è che il maiale deve essere allevato nel territorio fabrianese e che lo stesso deve seguire un’alimentazione specifica come da disciplinare. “ Dalla Salumeria Vito di Macerata (25 anni di storia di Vito Carbonari e della sua famiglia), ci arriva poi la segnalazione del prosciutto crudo dei F.lli Bartoli. Il Prosciutto Antica Salata dei F.lli Bartoli è prodotto con suini 100% Marchigiani, lavorati secondo l’antica tradizione, con una salatura pronunciata in modo da rendere al prosciutto un gusto unico, tipico delle nostre campagne. “Coscia di peso importante, da 13 a 18 Kg, giusta di grasso, appesa per il nervetto abilmente intrecciato. Messa sotto sale per 7 giorni, poi massaggiata e messa di nuovo sotto sale per altri 14 giorni. Una volta dissalati, i prosciutti più piccoli vengono appesi mentre i più grandi vengono pressati per una settimana. Dopo un periodo i sosta di 100 giorni, vengono lavati, asciugati e toelettati. Al settimo mese sono sottoposti a un trattamento con sugna e posti nella cella di stagionatura. A 12 mesi i prosciutti sono di nuovo stuccai e sottoposti ad accurata selezione; infatti solo i migliori passano ad un ambiente fresco naturale fino a 24 mesi. A quel punto i nostri gioielli, sodi e saporiti, ideali per il taglio al coltello, sono offerti ai consumatori più raffinati.” Emanuele Spader propone in questo viaggio il suo Prosciutto Cotto alla Fiamma. Il Prosciutto cotto alla fiamma del Salumificio Spader, è un prodotto aromatizzato con aromi ed erbe aromatiche, legato a mano e cotto arrosto, confezionato in sottovuoto. “La sua peculiarità – ha osservato Renzo Lupatin, presidente di Borghi d’Europa-, risiede nel perfetto equilibrio tra sapore delicato del cotto e il profumo dolce e pulito delle spezie aromatiche e di grigliato. Il prosciutto cotto Fiamma è tenero e succoso, compatto e gradevole per tutti i palati.” Il Prosciutto viene sottoposto ad una fase aggiuntiva, oltre a quelle di asciugamento e affumicatura con legno di faggio e ginepro, anche di bruciatura a fiamma della cotenna. “Questo rende il prodotto estremamente nero e dona un caratteristico gusto e profumo di affumicato e di grigliato.”

martedì 26 aprile 2022

Qualità Vo cercando - Il Salumificio San Giacomo nel Percorso Internazionale La via dei Norcini

 



I giornalisti e i comunicatori avevano conosciuto il Salumificio San Giacomo di Vittorio Veneto molti anni orsono, quando le iniziative di informazione di Borghi d'Europa li avevano portati a scoprire gli artigiani del gusto di quel territorio.

“ L'azienda è stata fondata da mio padre Liviano – raccolta Pierangelo Canton- e può vantare una lunga esperienza pluriennale. Abbiamo mantenuto nel tempo le nostre caratteristiche originarie, dalla selezione rigorosa delle carni suine alla loro lavorazione, dalla scelta di ingredienti naturali alla stagionatura naturalmente in sale, con temperatura e umidità costanti, così da rivestire i prodotti di delicate muffe, sinonimo di genuinità e di perfetta maturazione.”


Bontà e tradizione e consapevole uso delle tecnologie moderne, per ottenere salumi artigianali di qualità : ecco i 'segreti' di questa famiglia di norcini di razza.


E proprio dall'incontro con Marco e Martina, numi tutelari della Osteria Pra de' Boi di Soller di Cison di Valmarino, è nata l'idea di inserire il Salumificio San Giacomo nel Percorso Internazionale La Via dei Norcini, l'itinerario leggendario per scoprire in oltre sei Paesi Europei, gli artigiani del gusto della salumeria.


La sopressa (con o senza filetto), la pancetta, la salsiccia, il salame,il cotechino,la Pancetta coppata,la Porchetta, la coppa, il lonzino, il roastbeaf e il salame Napoli : ecco le delizie a cui ci ha abituati il Salumificio San Giaocmo.


In particolare ci ha incuriosito la novità : lo schenal al pepe rosa.

“ Lo Schenal è una carne salata – osserva Pierangelo-,di suino derivata dal lombo intero che viene trattata esternamente con sale e spezie e quindi leggermente affumicata per favorire la conservazione e stagionato per circa 90 giorni. Presenta una colorazione rosa-brunita e un sapore molto gradevole e aromatizzato. Per ottenere lo Skenal utilizziamo esclusivamente lombi di suino pesante nazionale.”


Il Salumificio San Giacomo conclude Canton-,per valorizzare il passato e mantenere inalterate le antiche tradizioni ha fatto sì che anche i sapori di una volta si siano mantenuti nel tempo. E’ proprio nel rispetto della tradizione che nasce il nostro laboratorio artigianale; l’esperienza nel settore, l’uso di carni suine nostrane, ma soprattutto la lavorazione manuale accurata dei nostri prodotti sono la garanzia della genuinità e della bontà quotidiana in tavola.”


giovedì 7 aprile 2022

Le degustazioni di Borghi d’Europa - Viaggio alla scoperta del Sangiovese di San Marino

 


Nell’antica Repubblica di San Marino, situata al centro-nord della penisola Italiana tra le regioni Marche ed Emilia Romagna, la coltivazione della vite è sempre stata presente grazie alla conformazione dei terreni - composti da argille, arenarie calcaree e conglomerati - ed alle particolari condizioni pedoclimatiche che esaltano le caratteristiche organolettiche delle uve. La prima documentazione storica che testimonia l’importanza della vite risale infatti al XIII secolo. Nel XVIII secolo, nel primo Catasto Rustico della Repubblica e in alcuni documenti ufficiali che ci permettono di ricostruire la storia dell’enologia di San Marino, venivano elencati anche le superfici destinate alla viticoltura ed i principali vitigni coltivati fra i quali il Canino Bianco, il Biancale, il Trebbiano, il Moscatello Bianco e Nero, l’Aleatico, l’Albana e il Sangiovese.

Attualmente il principale vitigno a bacca rossa coltivato a San Marino è il Sangiovese, una cultivar che è tra le prime dieci varietà maggiormente coltivate nel mondo. Non è possibile identificare con certezza l’iniziale zona di origine di questo antico vitigno che si affermò con il nome di sanguis Jovis (sangue di Giove), recenti studi genetici hanno suggerito che sia il frutto di un incrocio fra il Ciliegiolo e due varietà campane, il Calabrese Montenuovo e il Palummina Mirabella.

Il termine Sangiovese definisce un gran numero di varietà o cloni. Gli studi ampelografici, compiuti dall’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano Veneto, hanno distinto il vitigno in due grandi gruppi, che si differenziano per la maggiore o minore grandezza dell’acino: il Sangiovese Grosso -del quale fanno parte il Brunello di Montalcino, il Sangiovese di Lamole, il Sangiovese Romagnolo, Il Sangiovese Marchigiano - e il Sangiovese Piccolo – dal quale, ad esempio, si produce il Morellino di Scansano.

Il Sangiovese, di color rosso rubino, pur nelle sue diverse espressioni e peculiarità, evidenzia all’esame olfattivo profumi prevalentemente orientati ai frutti rossi - amarena, prugna e mora - e il caratteristico aroma della viola. Con l’evoluzione il bouquet olfattivo offre sentori di fiori secchi, buccia d’arancia, liquirizia, tabacco, caffè, cuoio e per la maturazione in legno anche note speziate di cannella e vaniglia. Vinificato in purezza sa dimostrare una ricca dotazione tannica in equilibrio con l’acidità ed una buona struttura.

Una visita alla scoperta del territorio di San Marino ci consentirà di apprezzare una produzione vinicola di nicchia che comprende anche il pregiato Tessano di San Marino I.O.1 ottenuto dalla vinificazione delle migliori uve di Sangiovese. Un vino eccellente, punta di diamante del Consorzio Vini San Marino, che viene posto ad affinare in tonneaux di rovere francese per 18 mesi e successivamente per 12 mesi in bottiglia. Un vino che ben si accompagna ad una cena di carne. Da provare nelle fredde giornate d’inverno con polenta condita con sugo di carne e salsiccia e Formaggio di Fossa di San Marino.

Un grande vitigno, dalle tante anime, in grado di interpretare al meglio le caratteristiche del terroir da cui nasce.



Antonella Pianca



1L'attributo Identificazione di Origine (ufficialmente Marchio di Stato ad Identificazione di Origine) viene usato nella Repubblica di San Marino con significato equivalente alla dicitura D.O.C. e D.O.C.G. in Italia, per tutti i vini prodotti a San Marino. Il marchio viene attribuito dal Consorzio Vini Tipici di San Marino.


sabato 26 marzo 2022

Eurosostenibilità - Finanza etica ed economia reale

 






Il progetto Eurosostenibilità affronta nel 2022 i temi della sostenibilità nel mondo della finanza.

Partner di informazione di Borghi d'Europa in questo viaggio è la consulente finanziaria e patrimoniale Laura Panizutti.


Il tema : le differenze fra finanza etica e finanza sostenibile.

“ Uno degli aspetti che certamente preoccupano di più nella nuova normativa europea,è che essa

non contempla alcun obbligo di 'non nuocere alla collettività e all'economia reale”, per gli operatori finanziari che intendono definirsi sostenibili.


La realtà del mondo della finanza è profonda,ente segnata da un utilizzo quasi senza regole di strumenti speculativi e dei cosidetti paradisi fiscali ; dall'utilizzo dei derivati come pura scommessa speculativa ; da un sistema bancario poco chiaro che evita i controlli e la regolamentazione.


Senza dubbio tutto questo non va d'accordo con il concetto di sostenibilità.

Se poi volessimo riferirci alla pura dimensione ambientale, ci sembra che la ricerca del massimo profitto nel minor tempo possibile, sia sicuramente la causa che motiva le aziende a non preoccuparsi dell'impatto ambientale.


La finanza etica si colloca in un campo del tutto diverso. Essa è intimamente legata all'economia reale.

“ Non interessa fare soldi dai soldi, ma, diversamente, creare uno strumento al servizio dell'economia e della societò. La finanza etica evita l'ossessione del brevissimo periodo.


La finanza etica si occupa dell'accesso al credito e dell'inclusione finanziaria dei soggetti più deboli.


lunedì 7 febbraio 2022

Le iniziative di informazione del progetto L'Europa delle scienze e della cultura (Patrocinio IAI - Iniziativa Adriatico Jonica) in gennaio e febbraio

 

 


Nel mese di gennaio e nella prima settimana del mese di febbraio, Borghi d'Europa ha proseguito nello sviluppo del progetto L'Europa delle scienze e della cultura (Patrocinio IAI -Iniziativa Adriatico Jonica, Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adiatico-jonica).


I temi del turismo sostenibile in Croazia sono stati affrontati grazie alla collaborazione con l'Ente Nazionale Croato per il turismo di Milano : https://comunicareperesistere.blogspot.com/2022/01/leuropa-delle-scienze-e-della-cultura.html


Emanuele Spader racconta per il Percorso La Via dei Norcini, l'Alto Molise fra caciocavallo e Saggiciotto https://comunicatistampagratis.it/il-molise-fra-caciocavallo-e-saggicciotto-il-racconto-di-emanuele-spader/127705/

e San Marino, Il prosciutto cotto : https://comunicareperesistere.blogspot.com/2022/01/il-delizioso-prosciutto-cotto-di-san.html


Antonella Pianca racconta il vino con il fondo dell'azienda agricola Moro Sergio di Farra di Soligo,per il Percorso Internazionale Eurovinum : https://comunicareperesistere.blogspot.com/2022/01/eurovinum-azienda-agricola-moro-sergio.html e i vini autoctoni di Matej Skerli nel Carso triestino, terra di confine :https://borghideuropa.eu/blog-detail/post/146520/


I temi della Mobilità Dolce e delle ferrovie turistiche vengono affrontati nel servizio informativo

sulla la ferrovia Vigezzina-Centovalli (Lombardia-Canton Ticino) :

https://comunicareperesistere.blogspot.com/2022/01/la-ferrovia-vigezzina-centovalli-la-piu.html


I giornalisti e i comunicatori della rete Borghi d'Europa hanno inserito l'azienda Elisa Elettroimpianti di Crocetta del Montello (TV), nel progetto Eurosostenibilità, per il settore la sostenibilità energetica : https://comunicareperesistere.blogspot.com/2022/01/elisa-elettroimpianti-srl-nel-progetto.html


La rete Borghi d'Europa ha proposto nell'aprile del 2019 presso la sede del Parlamento Europeo a Milano, la creazione di 12 Percorsi Internazionali. La nascita del progetto L'Europa delle scienze e della cultura (Patrocinio IAI-Iniziativa Adriatico Jonica,Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico jonica), ha dato forma istituzionale al viaggio di conoscenza dei giornalisti e dei comunicatori, al fine di individuare le tappe del Percorso.Fra questi il Percorso dei Mulini del Gusto e le Vie del Pane e della Pizza. In Slovenia è stato inserito nell'itinerario il Mulino Kukovicic, a Podsreda https://comunicareperesistere.blogspot.com/2022/01/il-percorso-dei-mulini-del-gusto-in.html


Sempre in Slovenia la sosta del gusto a Robidišče (Slovenia), un’oasi di pace e natura : https://comunicareperesistere.blogspot.com/2022/01/robidisce-slovenia-unoasi-di-pace-e.html


Un gruppo di giornalisti e comunicatori che aderiscono all'USGI (Unione Giornalisti di San Marino), coordinati da Gianluigi Pagano di Bologna, hanno deciso di sviluppare una iniziativa di informazione che coprirà l'intero 2022, dedicando alla Repubblica del Titano un itinerario di oltre 50 servizi informativi, compresi nel progetto L'Europa delle scienze e della cultura (Patrocinio IAI-Iniziativa Adriatico Jonica,Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico jonica). Borghi d'Europa promuove il progetto internazionale da oltre tre anni.

https://comunicareperesistere.blogspot.com/2022/01/i-giornalisti-della-sezione-esteri.html


venerdì 4 febbraio 2022

La Via dei Norcini : il Prosciutto Istriano a Tignano - Il Racconto di Emanuele Spader

 


 


In Croazia, a Tignano, ecco il prosciutto istriano.

La sua casa è considerata Tignano, proclamato il comune del prosciutto istriano, dove ogni anno si riuniscono i migliori produttori di prosciutto della regione istriana e quelli provenienti da altre parti del mondo, ma anche dove si trovano numerose produzioni di prosciutto, questa superba prelibatezza culinaria. In questa parte dell'Istria lo chiamano "vijulin”, violino, per la sua morbidezza, tenerezza, dolcezza e unicità, ma anche per il modo ti tagliarlo che deve essere accurato e delicato, come quando si suona uno strumento musicale costoso.
Ci ospita Mladen Dujmovic.

Il prosciutto istriano si mangia da solo, quando portandolo alla bocca si scoprono tutti i suoi gusti o in uno dei piatti tradizionali come la ‘fritaja’, frittata, omelette istriana, o si usa  come aggiunta alla regina del cibo al cucchiaio – la minestra, o come farcitura di piatti di carne, a volte in aggiunta alla pasta oppure viene solo leggermente fritto sull’oro dell’olio d'oliva. Qualunque sia la combinazione che assaggerete  non dimenticate di abbinarlo con alcuni degli ottimi vini istriani, completando così  la vostra originale esperienza gastronomica istriana.

 

Kućići 109, Kringa, 52444 Tinjan, Tinjan

 +385(0) 91 568 2949, +385(0) 91 895 60 99