mercoledì 18 ottobre 2017

LE VIE DEL CAFFE’ : IL CAFFE’ DEL FUTURO SI CHIAMA MOKAITALIA


Uno dei più interessanti stand di Host, la Fiera di Milano dedicata all’Horeca, è senza dubbio quello di FUTURBAR GREEN, una rassegna delle innovazioni rispettose dell’ambiente nel comparto Bar e Ristoranti. All’interno di questo stand collettivo, l’espositore più importante è senza dubbio CAMST, con il suo prototipo di Ristorante innovativo “Gustavo”, ma certamente quello che attira di più i visitatori è il desk di MOKAITALIA, con i suoi aromatici caffè, serviti in originali tazzine di biscotto.
L’azienda Mokaitalia anche in questa occasione ha infatti mostrato la sua grande capacità nella ricerca e nella selezione di prodotti di qualità (è anche Broker di una piantagione Monorogine Colombiana per il commercio del caffè crudo, di altissima qualità Arabica che sorge a 1500 sl/m) e si occupa di tutte le fasi dalla raccolta all’importazione del crudo, dal porto di Cartagena ai porti di Trieste, Genova, Napoli. Seguono le operazioni di tostatura e di miscelazione, per la produzione di caffè, che viene proposto in grani, macinato o in capsule, compatibili con tutte le principali macchine da caffè espresso. Infine l’Azienda propone originali macchine da caffè monouso a cialde, che possono essere usate anche in auto.
Mokaitalia si propone dunque come un perfetto esempio di quel rinnovato impegno da parte di tante Aziende Italiane alla ricerca della qualità nel mondo del caffè che ci auguriamo possa in breve tempo permettere all’Espresso Italiano di conquistare il riconoscimento Unesco quale Patrimonio dell’Umanità.
Gianluigi Pagano

giovedì 14 settembre 2017

Le birre trappiste e d'abbazia in Belgio

Birra trappista
Birra trappista Westmalle © www.milo-profi.be

L’ordine dei Trappisti è un nome con il quale è conosciuto l'Ordine dei Cistercensi della Stretta Osservanza. Il nome ha origine dall'Abbazia La Trappe, che si trova in Normandia. Si tratta di un ordine di clausura religioso cattolico di monaci che seguono in maniera rigorosa la Regola Benedettina. La maggior parte dei principi sono stati ammorbiditi rispetto a quelli che furono scritti nel VI secolo, ma uno dei precetti che è rimasto invariato è quello che prevede che questi monasteri debbano rimanere autosufficienti. Nel tentativo di soddisfare questa regola sono molti i monasteri trappisti che hanno iniziato a creare dei propri prodotti da vendere per aumentare il reddito del monastero. Probabilmente la merce più famosa prodotta dai monaci è la birra, che si può considerare unica nel suo genere.
In tutto il mondo ci sono dodici monasteri trappisti e sono sei quelli che si trovano in Belgio: Westmalle, Westvleteren, Achel, Chimay, Orval e Rochefort. Le birre provenienti da questi monasteri sono riconoscibili grazie al logo esagonale sull'etichetta che il fatto che la birra è stata prodotta all'interno o nelle vicinanze di un monastero trappista sotto la supervisione dei monaci (www.trappist.be).

La produzione di birra deve rimanere di seconda importanza all'interno del monastero e l’intento non deve mai essere quello di creare profitto ed è questo il motivo per cui i monaci non hanno alcun interesse a creare margini e non ricevono pressioni da nessuno per ridurre i costi di produzione. Utilizzano sempre prodotti di prima qualità che garantiscono che il prodotto finale sia di primissima qualità. L’obiettivo è quello di coprire le spese dei monaci e quello che rimane viene devoluto in beneficenza. Si può quindi dire che bevendo birra trappista si sta facendo della beneficenza (oltre a gustare un'ottima birra).
Il consorzio trappista è a tutti gli effetti una persona legale e il suo logo garantisce che si sta bevendo una vera e propria birra trappista. Il nome non implica direttamente il tipo di birra che si sta bevendo.
L’alta concentrazione di birre trappiste in Belgio è parte integrante della cultura della birra belga.

Birra d’abbazia
Averbode Abdij ©Averbodia

La birra d'abbazia è un'altra categoria che comprende alcune tipologie e non uno specifico tipo di birra. Questa categoria include le birre provenienti da abbazie sia esistenti, sia sciolte degli ordini benedettini e norbertini. La birra non deve essere prodotta all’interno o nelle vicinanze dell’abbazia, ma devono esserci connessioni dimostrabili dal punto di vista storico con l'abbazia a cui si riferisce la birra. Il birrificio deve anche pagare delle royalty all’abbazia che a sua volta può intervenire sulle campagne pubblicitarie del produttore di birra.

Per fare in modo che i marchi non vengano utilizzati solamente per scopi di marketing, i birrifici e gli ordini religiosi hanno creato un logo d'autenticità che presenta la scritta Erkend Moniteur Abdijbier (Birra d’abbazia belga riconosciuta, www.belgianbrewers.be). Per poter utilizzare questo logo le birre devono rispettare degli standard minimi. È un sistema di etichettatura belga e solamente delle birre provenienti da questo paese possono utilizzarla.

Tutte le birre trappiste rientrano nella categoria delle birre d’abbazia dato che gli standard per poter utilizzare il logo trappista sono più severi rispetto a quelli delle birre d’abbazia. La differenza principale è che le birre d’abbazia non devono essere prodotte all'interno o vicino l’abbazia. Resta il fatto che, comunque, anche bere una birra d’abbazia può essere considerata una buona azione perché le royalty pagate dai birrifici vengono usate per attività di beneficenza o culturali.
Birre Dubbel e Tripel

I nomi di queste due categorie hanno origini nelle usanze medievali quando la birra normale veniva chiamata ‘single’ e veniva bevuta da operai e monaci a cui andava bene questo tipo di bevanda, mentre le persone più abbienti e importanti cercavano un prodotto di qualità superiore. Fu questa la ragione per cui i birrifici iniziarono a creare birre più forti (utilizzando una quantità superiore di malto).
Chi consegnava la birra e i proprietari delle taverne non sapevano leggere e quindi i birrifici segnavano i barili con delle croci fatte con gesso. Una croce indicava la birra normale, due croci venivano usate per una birra più pesante (birra Dubbel) o tre sulla birra ancora più forte (birra Tripel).

I termini singola, doppia (dubbel) e tripla (tripel) non hanno nulla a che vedere con il processo di fermentazione o di invecchiamento della birra, come spesso si crede, in realtà si riferiscono alla quantità di materie prime utilizzate, malto e cereali. Più ingredienti vengono utilizzati e più forte sarà la birra. Una birra dubbel è più forte di una singola, ma non necessariamente è due volte più forte e non viene utilizzato il doppio degli ingredienti.
Il termine singola è ormai caduto in disuso anche se alcuni birrifici il termine ‘extra’ indica la birra più leggera e dissetante e alcuni mastri birrai hanno anche lanciato la ‘quadruple’ che ha una gradazione alcolica più alta.

Al giorno d'oggi si tende ad associare una birra dubbel con una birra scura e una tripel con una birra bionda, ma non esiste una vera e propria regola; sono molti i birrifici che seguono questo codice di colori, ma ci sono altri che non curano questo aspetto. Solitamente una quadruple è una birra scura.

sabato 26 agosto 2017

La Pasticceria Cuccato di Montagnana a Percorsi d'Europa





Borghi d'Europa propone fino a dicembre le giornate di informazione di Percorsi d'Europa,coinvolgendo oltre venti Paesi e Regioni Europee.
I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa hanno inserito nel 'paniere del gusto' delle iniziative il dolce Ezzelino della Pasticceria Cuccato di Montagnana,
che rappresenta perciò il territorio della Bassa Padovana agli incontri internazionali.
Giorgio Cuccato, padre dell'attuale titolare Francesca, studiò una ricetta che consentisse al dolce di durare più giorni senza problemi di conservazione e lo fece impiegando, tra gli ingredienti, il lievito naturale necessario nell'impasto del pane e da questo l'appellativo Pandolce. "D'Ezzelino" per ricordare l'episodio in cui il tiranno Ezzelino Da Romano, rimasto ferito dopo aver appiccato il fuoco che incendiò Montagnana, venne salvato da una popolana che per rinvigorirlo impastò un grosso pane con il "levà" altresì detto lievito madre arricchito di una generosa quantità di miele casereccio e frutta secca. Il Pandolce di Ezzelino è oggi il dolce di Montagnana.
 
Risultati immagini per immagini pasticceria cuccato montagnana
 

domenica 30 aprile 2017

La Pasticceria Cuccato di Montagnana alla Festa del Prosciutto Veneto



 




Il Comitato Padova in Cucina dell’Associazione l’Altratavola ha disegnato in modo definitivo
la rete delle iniziative di informazione di Borghi d’Europa nel territorio della Bassa Padovana,
di Vigonza e del centro cittadino.
Si tratta di una serie di incontri alla ricerca degli inediti del buon e bello vivere, che costituiranno
la base per la realizzazione di almeno dieci puntate della trasmissione L’Italia del Gusto.
Nella Bassa Padovana le iniziative ricominciano da Montagnana, ove dal 19 al 28 maggio si terrà la tradizionale Festa del Prosciutto Veneto berico euganeo dop .
La prima trasmissione riguarderà la Pasticceria Cuccato, che partecipa come ogni anno alla
manifestazione, con la presenza all’interno dello Stand, per proporre le proprie specialità.

giovedì 27 aprile 2017

LA COOPERATIVA AGRICOLA VALLI UNITE DI COSTA VESCOVATO E LE SUE ECCELLENZE

Parte della Redazione milanese della testata web Borghi d’Europa ha fatto una delle sue visite gustose in uno dei territori ricchi di patrimonio enogastronomico, come i Colli Tortonesi, precisamente presso la Cooperativa Agricola Valli Unite di Costa Vescovato (Al).
Questa Cooperativa è oggi cantina (con tanto di spaccio vendita), fattoria didattica, agriturismo che fa della ristorazione uno dei suoi punti di forza e struttura ricettiva per chi vuole immergersi totalmente nell’atmosfera dei Colli Tortonesi.
La storia di Valli Unite è basata sulla scelta fatta dai 3 Soci Fondatori e amici di dedicarsi all’allevamento negli anni ’70, quando questa pratica era molto rischiosa: una forte cultura dell’alimentazione sana e passione per il territorio unita a delle idee hanno fatto sì che Valli Unite vedesse la luce.
Oggi Valli Unite conta circa 30 persone che lavorano e vivono il territorio in maniera armoniosa: oltre ai vini (ottenuti da metodo rigorosamente biologico) e all’allevamento, spiccano la produzione di cereali da mangime e per alimentazione umana (grano, farro ed orzo) trasformati in farine, l’apicoltura con vendita di miele, la produzione di salumi con carni suine e la vendita di carne bovine di razza piemontese.
I comunicatori di Borghi d’Europa, prima della visita alla Cantina e alla spaccio vendita, hanno potuto soddisfare i propri palati a pranzo con un antipasto di salame cotto, salame al pepe e pancetta stagionata, con un succulento primo di agnolotti al sugo di stufato di manzo ed un secondo piatto di stufato di manzo e carotine cotte, abbinate al Bianco “San Vito”, una Doc di uve Timorasso selezionate del 2014.
Come vini infatti Valli Unite produce il famoso bianco autoctono Timorasso (riscoperto come vitigno grazie a un’intuizione geniale di Walter Massa) in tre versioni, poi lo spumante di uve Cortese “Allegretto”, il Bianco fermo di Uve Cortese e un Rosato, mentre come rossi spiccano la Barbera,assaggiato dai giornalisti a Livewine allo stand di Valli Unite, la Croatina e il Dolcetto.
La giornata si è rivelata davvero proficua per i giornalisti nella loro visita gustosa, perché hanno potuto toccare con mano da vicino come si lavora bene un territorio e lo si valorizza in tavola e non.


lunedì 6 marzo 2017

Borghi d’Europa per una degustazione a Susegana, al Tuodì



Le iniziative di informazione promosse dalla rete dei borghi europei del gusto nelle Terre del Piave e nel Montello,hanno toccato il Comune di Susegana.
La redazione della trasmissione multimediale Borghi d’Europa ha realizzato interviste presso il Supermercato Tuodì di Ponte della Priula, che fa parte di un gruppo di aziende guidate da Antonio
Berti di Crespano del Grappa.
Il dinamico imprenditore ha voluto presentare alla clientela alcune delle eccellenze locali accolte nell’area della macelleria e della gastronomia, al fine di comunicare un impegno preciso verso il territorio.
All’incontro hanno partecipato la Latteria Montelliana della famiglia Bolzonello (Maserada sul Piave), il laboratorio gastronomico da Paola ( Valerio Bolzonello) ; il Salumificio Celotto di Borso del Grappa, Carni Maifrini (Brescia) e Brunello Salumi (Bassano del Grappa e Piemonte).
Fra una degustazione e l’altra, hanno preso la parola il Sindaco di Borso del Grappa (paese d’origine di Antonio Berti), il prof. Ivano Zordan e il vicesindaco Flavio Domenico Dall’Agnol e, in rappresentanza della Civica Amministrazione di Susegana, l’Assessore all’Urbanistica Enrico Maretto.